ORIGINI
La lingua ladina è nata dalla romanizzazione delle Alpi avvenuta nel 15 a.C. Le popolazioni che abitavano le Alpi prima della conquista romana, definite comunemente come "Reti", avevano sviluppato una considerevole civiltà già dal V sec. a.C. La parola “Ladino” ha origine nel secolo diciannovesimo. Con questo termine si indicano i dialetti dell’arco alpino sedimentati durante il primo millennio dopo Cristo. I linguisti Graziadio Ascoli (1829-1907) e Theodor Gartner (1843 – 1925) per primi utilizzarono il termine di “ladino” o “retoromanzo”. Le popolazioni di lingua ladina occupano vari territori compresi tra il cantone dei Grigioni in Svizzera, le Dolomiti e il Friuli. Oggi in nelle Alpi italiane, in Alto Adige, Trentino e Veneto, si parla ancora ladino e la lingua è riconosciuta come Lingua minoritaria.
La ladinità del Comelico viene accolta e riconosciuta anche dalle realtà istituzionali. In seguito alla legge nazionale 482/1999 si formano le Unioni Ladine per la conservazione della lingua e la promozione culturale.
TERRITORIO
Il primo glottologo che studiò in maniera approfondita il ladino del Comelico fu Carlo Tagliavini (1903-1982) cui segue Giovanbattista Pellegrini (1921-2007). Dagli studi linguistici alla presa di coscienza della ladinità del Comelico i passi sono stati lenti ma progressivi. Un contributo determinante è dovuto alla diffusione di pubblicazioni e attività artistiche che impiegano la lingua ladina.
Il segno delle popolazioni ladine si ritrova nel paesaggio agrario e nell'architettura rurale delle valli, nella toponomastica, nelle tradizioni locali, nella cucina e nella produzione letteraria locale. Un piccolo patrimonio letterario ha contraddistinto la salvaguardia e la valorizzazione della lingua ladina del Comelico negli ultimi trent’anni.
DIMENSIONI & RAPPRESENTANZA
In Comelico abitano poco più di 7000 abitanti, la gran parte dei quali parlanti ladino, tuttavia non ci sono dati certi sul numero effettivo.
Le 16 Regole del Comelico, le antiche comunità delle famiglie originarie della valle, decorano con insegne in ladino le loro sedi amministrative e assembleari.
I 5 Comuni di Comelico Superiore, Danta, San Nicolò, Santo Stefano, San Pietro, inseriscono nei loro Statuti la definizione di Comune appartenente alla minoranza linguistica ladina. In alcuni Comuni le stesse assemblee consiliari si svolgono in ladino. Le scuole dell’obbligo della vallata inseriscono l’insegnamento del ladino con ore curricolari, tenute da insegnanti di madre lingua, e con attività collaterali, quali il teatro e la musica.
In questi anni la tutela della lingua è stata portata avanti con convinzione, impegno e amore dalle Unioni ladine. A livello provinciale opera l’Istituto Ladin de la Dolomites, che pubblica anche una rivista semestrale “Ladin!”. L’Union ladina dal Comélgo ha sede a Costalta.
LINK
www.gruppofolkilegar.flazio.com
www.youtube.com/channel/UCmw8YZhFFYTMC3WZtcCXD2Q
digilander.libero.it/costalta/proverbi/index.html
www.casamuseoangiulsai.it www.casamuseoangiulsai.it/Costalta_di_Cadore.html
ALTRE RISORSE
De Bolfo V., Ferrario V., Turato A. (a cura di) (2005), Raccolta toponomastica. Carta topografica del territorio, Regole di San Nicolò e di Costa, San Nicolò di Comelico
De Zolt G., Dizionario del dialetto ladino di Campolongo di Cadore, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1986. (http://www.dialettocampolongo.eu/wordpress/)
GRC, Il ladino di Comelico Superiore, Antiga, Treviso, 2008.
Tagliavini C., Il dialetto del Comelico, Firenze, Ed. Olschki, 1926.
Tagliavini C., Il dialetto del Comelico e Nuovi contributi alla conoscenza del dialetto del Comelico, ristampa a cura della Comunità Montana del Comelico e Sappada, 1988.
Union Ladina dal Comelgo Gruppo La baita – Ferruccio Sacco, Mascrade a San Colò – “satire” per carnevale e altri scritti (1943-1964) con una appendice sui carnevali presenti.