PRIMIS - Nota sull'insegnamento delle lingue regionali o minoritarie nelle scuole dell’Ue

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Il recente rapporto della rete Eurydice L’insegnamento delle lingue regionali o minoritarie nelle scuole in Europa prodotto per la seconda edizione dell’European Education Summit promosso dalla DG UE per l’istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport e pubblicato a settembre 2019, offre una panoramica delle lingue regionali o minoritarie parlate nell’UE.

Nella UE sono infatti circa 60 le lingue autoctone regionali o minoritarie riconosciute e promosse dalle autorità educative dei rispettivi paesi europei, che vanno ad aggiungersi alle 24 lingue ufficiali. In molti di questi paesi, esse hanno uno status ufficiale, sono cioè utilizzate a fini legali e amministrativi in aree specifiche del paese, accanto alla lingua ufficiale.

Il Rapporto presenta alcuni esempi delle iniziative politiche e delle misure nazionali di supporto all’insegnamento delle lingue regionali o minoritarie nelle scuole, con particolare riferimento

  • all’uso delle lingue regionali o minoritarie da parte delle autorità educative di livello superiore nei documenti ufficiali dell’istruzione primaria e secondaria nelle scuole pubbliche e private (curricola nazionali o programmi di istruzione, documenti di valutazione o esami nazionali, o raccomandazioni che incoraggiano le scuole a offrire lezioni in tali lingue);
  • ad alcune politiche e misure sull'insegnamento delle lingue regionali o minoritarie in atto nei diversi sistemi educativi europei;
  • ad alcuni progetti finanziati dai programmi Erasmus+ ed Europa Creativa, a sostegno dell'apprendimento delle lingue regionali o minoritarie.

Secondo Eurydice, le autorità educative svolgono un ruolo importante nella protezione e nella promozione delle lingue regionali o minoritarie. Il dato è rilevante se si considera che la maggioranza dei sistemi educativi nazionali dei 34 paesi che partecipano al programma Erasmus­+ considerati ai fini del Rapporto, fanno riferimento a lingue regionali o minoritarie nei propri documenti ufficiali. Il numero di lingue, tuttavia, varia notevolmente tra i sistemi educativi nazionali, sia per i diversi impegni politici di conservazione e promozione delle lingue regionali o minoritarie, sia per il panorama linguistico specifico di ciascun paese. Senza considerare che in diversi paesi i documenti di istruzione ufficiali fanno riferimento a più lingue (in 1 paese su 6 più di dieci lingue).

Il Rapporto evidenzia come l'insegnamento di queste lingue avvenga all'interno di un curricolo scolastico, che può promuovere l'insegnamento delle lingue a vari livelli. Le scuole che promuovono le lingue sfruttano i diversi background linguistici degli studenti per aumentare la consapevolezza culturale e linguistica degli studenti. Inoltre, un ulteriore fattore positivo è dato dalla promozione di un clima favorevole all'apprendimento delle lingue.

Le politiche e le misure raccolte nel presente Rapporto possono essere raggruppate in diverse categorie; in alcuni paesi (la maggior parte) esse si concentrano sull'insegnamento delle lingue regionali o minoritarie nelle scuole (inclusa la storia e la cultura), in altri le lingue regionali o minoritarie sono utilizzate come lingua veicolare di insegnamento per alcune o tutte le altre materie scolastiche. Infine, in alcuni casi le lingue regionali o minoritarie sono promosse oltre il programma scolastico. Inoltre, in alcuni paesi esistono politiche specifiche a supporto dello sviluppo delle scuole con insegnamento in lingue minoritarie (come nel caso del numero minore di studenti per classe).

In tutti i casi, il Rapporto evidenzia come condizione necessaria l'esistenza di leggi e finanziamenti appositi, in modo da garantire la disponibilità di risorse utili a sviluppare l'insegnamento delle lingue regionali o minoritarie. Tali risorse includono la formazione e il supporto per insegnanti di lingue regionali o minoritarie, materiali didattici pertinenti e risorse aggiuntive, quali centri culturali, siti web, mostre, ecc.

Infine, il Rapporto Eurydice, evidenzia - con esempi - il ruolo rilevante dei finanziamenti attraverso i programmi europei Erasmus+ ed Europa Creativa a sostegno dell'apprendimento delle lingue regionali o minoritarie, il cui impatto va a beneficio dei settori dell'istruzione scolastica, dell'istruzione e formazione professionale (VET) ma anche dell'apprendimento degli adulti, nonché dei settori culturale, creativo e audiovisivo, nonché favorendo la mobilità delle persone e i partenariati transfrontalieri e transnazionali.

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