Individuare precocemente i bisogni delle famiglie rispetto alla presa in carico di anziani fragili, non può che migliorare il benessere dell’intero nucleo familiare. È quanto emerso lo scorso 5 febbraio a Portogruaro (Ve) al vertice interistituzionale tenutosi nella Sala comunale Luigi Russolo per la presentazione dei risultati della sperimentazione in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia di “CrossCare”, il progetto guidato dalla Cooperativa sociale Itaca per un approccio integrato transfrontaliero nella cura dell’anziano e inserito nel programma Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-2020.
“Il risultato della sperimentazione – ha evidenziato la direttrice della Fondazione Zancan, Cinzia Canali – ha superato le più rosee aspettative e ha messo in evidenza l’importanza della precoce individuazione dei bisogni: quanto prima la famiglia è aiutata a far emergere le proprie necessità, tanto maggiore e positivo sarà l’esito in termini di benessere socio sanitario per l’anziano fragile e per l’intero nucleo familiare”.
All’incontro erano presenti i rappresentanti di Cooperativa sociale Itaca (lead partner), Asp Itis Trieste, Residenza per anziani Giuseppe Francescon di Portogruaro, Azienda Unità Locale Socio Sanitaria n. 4 Veneto Orientale, Regione del Veneto – Direzione Servizi Sociali, , Regione Friuli Venezia Giulia – Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria, politiche sociali e famiglia, Città di Sacile – Residenza Protetta per anziani, e Azienda Assistenza Sanitaria n. 5 Friuli Occidentale di Pordenone.
“CrossCare. Approccio integrato transfrontaliero nella cura dell’anziano” nasce con l’obiettivo di elaborare soluzioni congiunte che affrontino il progressivo invecchiamento della popolazione, in atto sia in Italia sia in Slovenia, attraverso la messa in rete di servizi già esistenti in un’ottica di promozione dell’invecchiamento attivo e di prevenzione dell’istituzionalizzazione.
L’incontro in terra veneta è stato utile ai partner di progetto per condividere gli esiti della fase sperimentale e valutare tecnicamente i termini di prosecuzione di CrossCare, che tra i suoi obiettivi prevede la sottoscrizione di un protocollo d’intesa transfrontaliero che, in un’ottica di coprogettazione interistituzionale, sperimenti un nuovo modello di presa in carico delle persone anziane in condizione di fragilità o polipatologia e delle loro famiglie.
L’eterogeneità dei percorsi disponibili e la complessità delle procedure burocratiche per l’accesso alle cure domiciliari sovente disorientano le famiglie che, invece, manifestano il bisogno di essere seguite adeguatamente. CrossCare interviene in questo segmento, individuando e proponendo alle famiglie strategie di presa in carico che si orientano all’intervento preventivo e al concetto di accompagnamento alle fragilità progressive legate all’invecchiamento.
In questo contesto si innestano i 5 Punti di servizio rivolti agli anziani ed alle loro famiglie avviati all’interno delle strutture residenziali coinvolte nel progetto, e al contempo aperti al territorio, nella Residenza Francescon a Portogruaro, nella Residenza protetta di Sacile e all’Asp Itis di Trieste per Veneto e Friuli Venezia Giulia. Gestiti da care manager, i PSA accompagnano le famiglie nel complicato percorso di scelta delle cure, dei luoghi e delle risorse più appropriate per affrontare le fragilità dei loro congiunti. La sperimentazione ha dimostrato non solo che i Punti di servizio anziani sono un tassello fondamentale di CrossCare in quanto punti di ascolto per le famiglie e di orientamento per la presa in carico, ma anche che i servizi a domicilio sono oggi un indirizzo adeguato per fronteggiare il rischio di istituzionalizzazione dell’anziano.
Il vertice del 5 febbraio a Portogruaro ha confermato l’interesse delle istituzioni per il progetto CrossCare e il modello di presa in carico che propone, che pone le strutture residenziali – attraverso i PSA – in posizione centrale anche per la presa in carico domiciliare “precoce”, ovvero prima che la famiglia si rivolga ai servizi sociali per chiedere aiuto rispetto ad un congiunto già in condizione di cronicità. Lavorare in rete è l’unico modo per intercettare i bisogni delle famiglie rispetto alle fragilità connesse all’avanzare dell’età, attivando le risorse locali e la comunità in maniera organica per supportare caregiver e anziani in percorsi di invecchiamento attivo, offrendo percorsi adeguati e personalizzati.
Tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Slovenia Crosscare ha preso in carico 97 persone over 65 con polipatologie, ha formato oltre 500 operatori che hanno abbracciato il lavoro in equipe multidisciplinare, la presa in carico precoce dell’anziano fragile e l’utilizzo dei metodi Gentlecare, Validation e di Stimolazione basale.
Oltre ai partner già citati, CrossCare vede anche il coinvolgimento di Odu Koper-Casa costiera del pensionato Capodistria, società Deos e l’Irssv – Istituto nazionale sloveno per il welfare, Ministero del Welfare della Repubblica di Slovenia, Ministero della Salute della Repubblica di Slovenia e Casa della sanità di Capodistria.