L'incendio confinario a Cerje ha sottolineato l'importanza di una collaborazione istituzionale tra la Slovenia e l'Italia (progetto Crossit Safer)

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Tra il 21. in 27. agosto 2019 si è verificato un grande incendio nella zona di Cerje che ha distrutto un’area di circa 100 ettari. La reazione comune sia della parte slovena sia di quella italiana, e la collaborazione dei vari dipartimenti della protezione civile si è nuovamente verificata come estremamente importante. Allora, come già moltissime volte prima, è sorta la domanda su come favorire i processi e su come attraversare i confini in meno tempo possibile, non solo in caso di incendi, ma anche in casi di altre calamità che allarmano il territorio comune. Tra la Slovenia e l'Italia infatti finora esistono tre accordi che facilitano sia la collaborazione tra i singoli dipartimenti che un veloce attraversamento bidirezionale del confine: il primo tra i vigili del fuoco di Capodistria e i vigili del fuoco di Trieste, il secondo tra i vigili del fuoco di Nova Gorica e quelli di Gorizia e il terzo tra la Repubblica Slovenia e la regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

Causa l'enorme differenza tra i sistemi dei due stati, i dipartimenti delle protezioni civili affrontano non poche difficoltà nei casi di richieste concrete di aiuto.  Gli accordi sopra menzionati infatti facilitano la collaborazione e un passaggio dei confini più veloce soprattutto per i vigili del fuoco, non includono però gli altri dipartimenti delle protezioni civili che comunque hanno un ruolo molto importante negli interventi di aiuto.

Nel caso concreto dell'incendio di Cerje sono intervenuti i vigili del fuoco sloveni, sulla parte italiana il compito del spegnimento dell’incendio viene però eseguito da altri organi che sono potuti intervenire solo dopo la richiesta ufficiale della Repubblica Slovenia per un aiuto internazionale da parte dell'Italia cioè della regione autonoma Friuli Venezia Giulia che è stata emessa il primo giorno dell'incendio, quindi in data 21. 8. 2019.

A detta di Tarcisio Drosghig, il coordinatore del Corpo forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la collaborazione di tutti i dipartimenti è stata un successo. Ha concordato con lui anche Simon Vendramin, comandante del corpo dei vigili del fuoco di Nova Gorica, il cui ruolo era quello di capo dell'intervento dalla parte slovena.

Il compito del corpo dei vigili del fuoco di Nova Gorica, partner del progetto Crossit Safer, il cui scopo è la preparazione di un protocollo transfrontaliero per l'armonizzazione e coordinamento dei provvedimenti in caso di calamità nei luoghi transfrontalieri, è la preparazione di un analisi che farà da base per la messa a punto e la stipulazione di nuovo accordo, il quale, a differenza dei primi tre già esistenti, riguarderà tutto il territorio transfrontaliero e comprenderà tutti i corpi di soccorso per tutta la lunghezza del confine sloveno – italiano.

Tra il 21. in 27. agosto 2019 si è verificato un grande incendio nella zona di Cerje che ha distrutto un’area di circa 100 ettari. La reazione comune sia della parte slovena sia di quella italiana, e la collaborazione dei vari dipartimenti della protezione civile si è nuovamente verificata come estremamente importante. Allora, come già moltissime volte prima, è sorta la domanda su come favorire i processi e su come attraversare i confini in meno tempo possibile, non solo in caso di incendi, ma anche in casi di altre calamità che allarmano il territorio comune. Tra la Slovenia e l'Italia infatti finora esistono tre accordi che facilitano sia la collaborazione tra i singoli dipartimenti che un veloce attraversamento bidirezionale del confine: il primo tra i vigili del fuoco di Capodistria e i vigili del fuoco di Trieste, il secondo tra i vigili del fuoco di Nova Gorica e quelli di Gorizia e il terzo tra la Repubblica Slovenia e la regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

Causa l'enorme differenza tra i sistemi dei due stati, i dipartimenti delle protezioni civili affrontano non poche difficoltà nei casi di richieste concrete di aiuto.  Gli accordi sopra menzionati infatti facilitano la collaborazione e un passaggio dei confini più veloce soprattutto per i vigili del fuoco, non includono però gli altri dipartimenti delle protezioni civili che comunque hanno un ruolo molto importante negli interventi di aiuto.

Nel caso concreto dell'incendio di Cerje sono intervenuti i vigili del fuoco sloveni, sulla parte italiana il compito del spegnimento dell’incendio viene però eseguito da altri organi che sono potuti intervenire solo dopo la richiesta ufficiale della Repubblica Slovenia per un aiuto internazionale da parte dell'Italia cioè della regione autonoma Friuli Venezia Giulia che è stata emessa il primo giorno dell'incendio, quindi in data 21. 8. 2019.

A detta di Tarcisio Drosghig, il coordinatore del Corpo forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la collaborazione di tutti i dipartimenti è stata un successo. Ha concordato con lui anche Simon Vendramin, comandante del corpo dei vigili del fuoco di Nova Gorica, il cui ruolo era quello di capo dell'intervento dalla parte slovena.

Il compito del corpo dei vigili del fuoco di Nova Gorica, partner del progetto Crossit Safer, il cui scopo è la preparazione di un protocollo transfrontaliero per l'armonizzazione e coordinamento dei provvedimenti in caso di calamità nei luoghi transfrontalieri, è la preparazione di un analisi che farà da base per la messa a punto e la stipulazione di nuovo accordo, il quale, a differenza dei primi tre già esistenti, riguarderà tutto il territorio transfrontaliero e comprenderà tutti i corpi di soccorso per tutta la lunghezza del confine sloveno – italiano.

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