Il sito viene menzionato per la prima volta nel 1067, quando Enrico IV cedette al Vescovo di Frisinga i villaggi situati nelle Diocesi di Trieste e Capodistria.
Nei periodi di pace il castello serviva essenzialmente quale deposito per le armi. Durante le scorrerie, veniva destinato a deposito di quei beni che potevano essere trasportati lungo la ripida via d’accesso. La grotta di Ospo, di origini carsiche (nella quale sono stati rinvenuti resti archeologici di una tomba romana, lampade ad olio, monete, terrecotte e frammenti di vasellame in vetro) o il Castello, come veniva chiamata dalla popolazione locale, era un anfratto fortificato con spesse mura e serviva da rifugio. Gli abitanti trasportavano “l’oro del villaggio”, cioè l’olio e il vino, percorrendo la ripida strada fino al castello o alla grotta, “larga cento passi e lunga ottanta” (Francesco Boldù), nella quale a volte trovavano rifugio durante i conflitti e i saccheggi, stringendosi assieme al loro bestiame. La fortezza fu conquistata dai Triestini con il supporto di mercenari durante la prima guerra austro-veneziana, per essere affidata al governo della popolazione locale. Un piccolo gruppo di villici di diversi centri vicini, già controllati dai Veneziani prima del conflitto, riprese la fortezza: la riconquista fu sancita personalmente dal Podestà di Capodistria con una solenne cerimonia. In seguito alla pace di Worms nel 1521, Ospo divenne il castello di confine prossimo a Socerb (San Servolo). Durante il blocco del 1713, imposto dalla peste che infuriava nei dintorni, si stabilirono due soldati addetti al “rastello” (cioè la prigione, non distante dal confine). Nel villaggio, che per la sua posizione strategica si trovava sotto il comando di un ufficiale stipendiato, c’erano quattro soldati del cosiddetto “esercito nero” (černid rank).
Secondo la tradizione locale (della quale non vi sono prove), le mura della grotta non furono erette dai Veneziani o dai cittadini di Capodistria, ma dai Turchi. E’ possibile che questi ultimi abbiano brevemente occupato Ospo sulla via del loro ritorno dalle loro scorrerie e dalle razzie nel Friuli e in Slovenia. La leggenda però trova origine negli incidenti della guerra con gli Uscocchi, menzionati talvolta come Turchi e anche come Francesi.
Lo strapiombo di Ospo è considerato una delle più importanti e belle pareti in Europa per il free climbing: ciò ha fatto sì che sia stata proclamata centro nazionale, assoggettato a precise regole di comportamento.
(Jakovčič, J. et al: Istrski gradovi. Pula: Istarska županija)
Per quanto si stia già facendo un buon uso del potenziale del patrimonio naturale di Ospo, l'offerta turistica di questo paese più piccolo potrebbe essere ulteriormente arricchita, inserendo il castello nella presentazione generale della regione. Attraverso il progetto MerlinCV verrà sviluppata una piattaforma che può definirsi innovativa, allo scopo di poter collegare e sfruttare al meglio le destinazioni attraenti per i turisti.