“Verso una valutazione della vulnerabilità transregionale per le Alpi. Un approccio metodologico ai cambiamenti della copertura del suolo sui paesaggi alpini, a sostegno dell'adattamento urbano”: il partner Università Iuav di Venezia “Planning and Climate Change LAB” pubblica sulla rivista Urban Climate uno studio su come il cambiamento climatico sta cambiando il nostro modo di vivere lo spazio alpino.
Il cambiamento climatico è un fenomeno mondiale, che ha delle ricadute spaziali che interessano le città, l’ambiente naturale e le attività economiche. Per capire come sta cambiando la nostra vita in relazione a questi fenomeni e per essere pronti a gestire questi pericoli è necessario disporre di precisi strumenti di previsione e di controllo di medio-lungo periodo. Come prima cosa è necessario identificare gli impatti del cambiamento climatico, considerando il territorio come qualcosa da difendere e preservare. Rispondere a queste esigenze è quanto viene richiesto alla ricerca e coloro che governano il territorio.
Lo studio sviluppato dal gruppo di ricerca dell’Università Iuav di Venezia ha tentato di dare risposta a come il cambiamento climatico sta cambiando il nostro modo di vivere lo spazio alpino.
La ricerca propone uno strumento di analisi della variazione dei depositi nevosi montani dal 1990 al 2017, quantificando quanto si sia ridotta la quantità di neve e di ghiaccio depositatasi. I ricercatori hanno sviluppato due analisi particolari sull’area delle Dolomiti in corrispondenza del comune di Cortina D’Ampezzo e delle Alpi Giulie in corrispondenza del comune di Tarvisio. Quanto emerso è una variazione sostanziale degli accumuli nevosi estivi, pari ad un -34% a Cortina e ad un -90% a Tarvisio. Le aree studio sono state selezionate in funzione della loro storia, del loro valore paesaggistico, e soprattutto da quelli che sono i profondi legami economici che caratterizzano questi territori. La ricerca ha prodotto un metodo per supportare il governo del territorio nelle sue diverse scale per controllare l’andamento del cambiamento climatico sull’intero territorio montano. I ricercatori del Planning and Climate Change LAB dell’Università Iuav di Venezia, hanno previsto che questo strumento possa supportare i processi di adattamento del territorio, soprattutto in funzione della rilevanza strategica di queste aree. Due eventi infatti sono previsti in questi luoghi che hanno un cruciale rapporto con la montagna ed il clima: la Coppa del Mondo di Sci e le Olimpiadi del 2026.
Attraverso un articolo, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Urban Climate, partendo dallo studio, sono stati presentati gli impatti e gli effetti del cambiamento climatico attesi nel contesto delle Alpi italiane e slovene.
Il contributo mira a presentare una possibile metodologia di valutazione per valutare il cambiamento della copertura del suolo da parte di ghiaccio e neve, tra il 1990 e il 2018 in due aree specifiche: le Dolomiti e le Alpi Giulie. La metodologia proposta suggerisce una risposta ai problemi di discontinuità nelle serie storiche di monitoraggio da una prospettiva transfrontaliera. Lo strumento sviluppato è inteso come supporto per il controllo ambientale, prevedere le tendenze e, soprattutto, come supporto per il governo territoriale nei processi di pianificazione di adattamento climatico. Nella prospettiva di uno scenario di tipo “business as usual” di incremento del riscaldamento globale, le risorse idriche risultano essere uno degli elementi più esposti agli impatti dei cambiamenti climatici con pesanti conseguenze sugli ecosistemi e gli ambienti urbani. D'altro canto, gli attuali sistemi di monitoraggio e valutazione sono frammentati sia per metodologia di rilevazione che per la distribuzione spaziale della rete. La metodologia proposta è sviluppata in un ambiente GIS, seguendo i processi di telerilevamento (RS) e gli strumenti di analisi spaziale per gestire immagini satellitari multispettrali. Inoltre, i metodi di classificazione previsti consentono di ottenere un riconoscimento completo delle aree omogenee a partire dalla definizione di Regioni di interesse (ROI). Il processo funziona sopra le firme spettrali dell'immagine satellitare e identificando aree omogenee dal punto di vista materiale e morfologico. Inoltre, il processo è sviluppato tenendo conto degli attuali sistemi di valutazione e delle esposizioni socioeconomiche locali. La metodologia è orientata verso un approccio proattivo nei confronti dei pericoli e degli impatti connessi al cambiamento climatico, ed è rivolta ad una gestione consapevole degli habitat alpini e come supporto alle amministrazioni locali. Gli obiettivi entro i quali questo contributo mira ad avere rilevanza sono lo sviluppo di una valutazione transfrontaliera, il supporto alle strategie di adattamento della pianificazione per il cambiamento climatico, e lo sviluppo di un’analisi integrata delle disponibilità delle risorse idriche.
Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2212095519304353