Inaugurato lo scorso 2 luglio dopo vari lavori di riqualificazione e riorganizzazione, il Giardino dell’Incontro di Borgo Castello a Gorizia si pone ormai come luogo privilegiato per poter ammirare dall’alto la città e lo splendido paesaggio che si staglia all’orizzonte da est a ovest, dal Fajiti al Calvario. Un luogo che è anche di sosta e che, grazie alla sua vicinanza con il Museo della Grande Guerra, invita a meditare sulla storia e sulla tragedia che ha coperto di sangue queste terre. Uno spazio suggestivo, dunque, in cui anche l’arte, in tutte le sue più nobili forme espressive, può trovare ospitalità. Come è avvenuto nelle tre serate di danza, musica e storia organizzate lo scorso settembre dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, durante le quali una serie di animazioni danzate, a cura di a.ArtistiAssociati, hanno simulato lo sbocciare delle piante, il loro nascere, il loro radicarsi sul territorio che le ospita, raccontando così la fioritura festosa e pacifica del giardino. Le serate sono state accompagnate dalla proiezione della videoinstallazione “Artisti, guerra e dopoguerra nel Goriziano”, realizzata da Cameranebbia assieme ai pag. 3 Musei Provinciali di Gorizia e all’Istituto Milko Kos dell’Accademia di Scienze e Arti di Lubiana. Un percorso multimediale che, dallo scorso 3 luglio, è fruibile nelle sale del Museo della Grande Guerra e che sarà messo a disposizione di tutti i partner di progetto, che a breve riceveranno un link e le relative istruzioni per scaricarlo. Si tratta di un viaggio interattivo nelle opere di sei artisti del territorio, vissuti a cavallo della prima guerra mondiale, un punto di vista inusuale sulle vicende politiche e sociali degli anni della guerra e del dopoguerra, che aiutano a comprendere quanto il nostro territorio sia sempre stato un luogo dove si sono incrociati apporti culturali di diversa provenienza: nordici, slavi e mediterranei. Gli artisti del Goriziano, formatisi nei centri culturali della Mitteleuropa, nelle città d’arte italiane, qualcuno a Parigi, hanno soprattutto mediato fra le varie tendenze con uno scambio reciproco di contaminazioni sviluppando così caratteristiche proprie di una terra “di frontiera”. E ciò non vale solo per gli aspetti propriamente artistici, ma è una particolarità che tocca la vita politica sociale e culturale.